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Bagno di luce
E giunsero a Gerico. E mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Gesù passa per Gerico e sale verso Gerusalemme. Lungo la strada siede questo cieco a mendicare. Egli rappresenta la nostra cecità. È la mia cecità.
Costui, al sentire che c’era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”.
Possiamo immaginarci questo cieco in mezzo alla folla, vestito di un sacco nero secondo la sua triste condizione; ha un ragazzo vicino che lo aiuta, ha una ciotola dove si mettono le piccole monete. Questo giovane, sentendo parlare Gesù, dice: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”. Fondamentalmente questo è il mio grido, legato alla mia povertà, al mio esaurimento, alla mia debolezza, alla mia cecità: Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me. Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!”.
Ecco la folla che vuole farlo tacere. Tra loro, forse, ci sono addirittura gli apostoli. Già prima gli apostoli avevano ammonito i bambini: “Ora basta andare da Gesù”, ma Gesù dice: “Lasciate che i bambini vengano a me”. È come il mondo nel quale io mi trovo, tutto posto nel maligno. Giovani, dovete salvarvi da questa generazione perversa! Come ho scritto una volta, prendendo un brano da S. Giovanni Evangelista: “Giovani, io vi dico che siete forti, che la Parola di Dio è radicata in voi e che avete vinto il maligno. Non credete al fascino delle cose di questo mondo”. Questa folla che dice “Non gridare a Gesù, non pregare, divertiti”, è il mondo. Dobbiamo essere forti perché la fortezza non è nella ricchezza, non è nel piacere, non è nell'idolatria, ma è nel seguire Gesù. Prendiamo ad esempio S. Teresa del Bambino Gesù, che va dal suo paese vicino a Parigi fino a Roma, s'inginocchia ai piedi del Papa Leone XIII e domanda di entrare in convento. Ecco i forti. Allora Gesù si fermò….. Perché Gesù si fermi bisogna gridare; devi proclamarlo tuo Signore e credere che è Lui che ti salva. Gesù si ferma adesso. Dovremmo avere un’esplosione di gioia perché c'è Gesù con noi. Pur non condannando nulla, la gioia vera non è quella di quando si arriva dalla discoteca alle quattro di notte e oltre, la gioia vera è Cristo; attraverso il mio sì a Dio sarò felice. …e disse “Chiamatelo!”.
Quanto è tenero Gesù! Gesù chiama me. E chiamarono il cieco dicendogli: “Coraggio! Alzati, ti chiama!”.
Vedete la folla quanto è presa da Gesù. Anche i cuori più induriti si spezzano. Il senso delle nostre funzioni non è tanto nella guarigione fisica, ma in questa conversione interiore, in questo spaccare il cuore, in quegli uomini dal viso duro che piangono al passaggio di Gesù. Noi siamo chiamati a questo. Ma la tua vita, per chi la dai? E se tu dici: “Ho sprecato la mia vita”, Gesù ti chiama: “Sorgi, svegliati, alzati! Coraggio, alzati, Gesù ti chiama!”. Sicuramente anche adesso Gesù chiama qualcuno. Gesù ti chiama e anche tu devi chiamare, perché il chiamato deve chiamare. Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi...Il mantello rappresenta la personalità, perché la qualità del mantello indica la qualità della persona. L'uomo getta via il vecchio, lo straccio da cieco che ha addosso. … e venne da Gesù.
Qui c'è la chiamata ma c’é anche il mio sì. Allora Gesù gli disse: “Che vuoi che io ti faccia?”.
Tutti avrebbero potuto criticare questa affermazione, visto che era evidente la situazione del cieco. Ma Gesù è di una finezza enorme e vuole risvegliare in quell'uomo la fede. “Che vuoi che io ti faccia?” ti dice Gesù in questo momento.
Guardate Gesù, o Crocifisso o Risorto, perché il Crocifisso è già glorioso e pieno di luce. Ognuno risponda nel proprio cuore. Alle volte il Signore ti mette anche alla prova, a volte il Signore mette alla prova anche nella fede.
Signore devo gettare via le cose che non mi servono perché non mi ci attacchi. “Rabbunì, che io riabbia la vista!”.
Rabbunì vuol dire “Mio Signore”, ossia Gesù glorioso. E Gesù gli disse: “Va’, la tua fede ti ha salvato”.
Gesù, quando guarisce un corpo, guarisce anche l'anima. La prima guarigione è quella dell'anima.
E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.
Non va a casa sua, ma segue Gesù verso Gerusalemme. Cosa vuol dire andare verso Gerusalemme? Vuol dire andare verso la passione, morte e resurrezione.
E' opportuno avere fede nell'Amore di Dio, nella misericordia di Dio, essere decisi a vincere il mondo e seguire Gesù. Alla sera della vita, quando tutti ci abbandoneranno, noi saremo giudicati sull'amore. Gesù si sta avvicinando a te, si china su di te: “Che vuoi che io ti faccia?” Il cieco di Gerico ha gridato: “Signore, che io veda”. E Gesù gli ha risposto: “Sia fatto secondo la tua fede”.
Cari amici e care amiche, Gesù è contento di voi e scende proprio nella vostra solitudine e nella vostra sofferenza, anche nella vostra gioia, è con voi.
Quando ero giovane mi domandavo sovente: “Gesù è contento di me?” È la stessa domanda che fate voi; e Gesù vi risponde: “Sono contento di te”.
(da: “Incontri che cambiano la vita” - Pierino Ghi - Ed. Ancora pag. 68-72)
P. Ghi con Madre Elvira alla “Festa della Vita”
in Comunità Cenacolo a Saluzzo